A Volte Non Avere un Piano è il Miglior Piano

DAVIDE DONGHI
5 min readMay 24, 2020

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Dove ti vedi tra cinque anni?

Se sei mai stato colto di sorpresa da questa domanda in un colloquio, non sei il solo.

L’idea di avere un piano per il futuro è così popolare perché promette certezza a chi lo ha e a chi deve assumerti.

Si basa sull’assunto che se una persona segue un percorso lineare di carriera è più affidabile di altri e garantisce fiducia e lealtà.

Ma fare piani e cercare di prevedere il futuro è spesso una battaglia persa.

È impossibile sapere quali saranno le tue priorità tra qualche anno, per non parlare delle centinaia di opportunità che ti verranno presentate.

Certamente è fantastico essere orientati ad obiettivi da raggiungere.

Sono il primo a volerlo, eppure nella mia carriera e pratica di coaching, riscontro spesso che una rigida fissazione sulla pianificazione del proprio futuro possa ritorcersi contro, chiudendoti fuori da importanti opportunità di crescita.

Si è così preoccupati e concentrati nel tentativo di eseguire perfettamente i dettagli di un proprio piano da rimanere intrappolati e paralizzati nella pianificazione ed organizzazione stessa, perdendo di vista scenari e percorsi di crescita alternativi di alto potenziale.

Il risultato spesso è che si rimane anche bloccati.

Questo fine settimana sono tornato nella mia facoltà di Psicologia del Lavoro all’Università La Sapienza di Roma, dove ero studente più di venti anni fa, per incontrare un mio ex professore e progettare insieme una nuova idea per fare formazione manageriale.

Mentre andavo mi sono ricordato di una singola domanda che mi perseguitava durante i miei ultimi mesi accademici:

…e adesso cosa faccio?

Non ho mai avuto immediatamente una risposta.

Non avevo un lavoro. Non avevo un piano.

Ma, a quanto pare, dopo tutto quella è stata la partenza migliore.

Infatti oggi mi rendo conto che i periodi migliori li ho passati in situazioni che non avrei in nessun modo mai potuto calcolare, e che le persone e gli eventi che mi hanno sorpreso sono arrivati soprattutto per caso.

Prevedere ogni fase della propria vita è ormai una ricetta obsoleta ed è importante quindi lasciare lo spazio per gli imprevisti, che possono diventare intriganti percorsi di scoperta.

Ad esempio Mark Zuckerberg e i suoi compagni di stanza al college erano semplicemente studenti di informatica senza un vero piano per il loro futuro. Hanno dato vita a Facebook perché era divertente, hanno usato la loro competenza e creatività e da quel momento è nata una modalità nuova per gli studenti e gli ex studenti di Harvard di rimanere in contatto.

Zuckerberg non aveva mai previsto che avrebbe ospitato nella sua piattaforma oltre 1 miliardi di membri. E non aveva neanche un’idea chiara da dove sarebbero venuti i suoi guadagni.

Ma ha continuato a farlo fino a quando, nel 2007, Facebook non ha permesso agli sviluppatori esterni di creare applicazioni per esso, e gli sviluppatori di giochi hanno iniziato ad acquistare annunci pubblicitari su Facebook per continuare ad attirare i giocatori. E così è nato un colosso che accompagna le nostre vite.

E quando Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google, iniziarono a scrivere algoritmi nel 1996, anche loro non avevano piani chiari o idea di come avrebbero fatto i soldi.

Ma ciò non ha impedito loro di iniziare. Solo nel 2002 e nel 2003 AdWords e AdSense sono diventati la piattaforma di guadagno dell’azienda.

E anche quì la storia la conoscete.

Quello che mi preme sottolineare è che non dobbiamo lasciarci distrarre troppo dai nostri piani. Aderire a qualcosa di prestabilito, certamente rassicura e da certezze, ma toglie di torno opportunità, crescita e scoperte.

Questa è la situazione che molti di noi affrontano, non solo quando prendiamo la laurea o il diploma, ma per le varie fasi della nostra vita.

Anche coloro che sono cresciuti nella generazioni in cui le persone rimanevano in un’azienda per ben 30 anni, per fortuna ora vivono abbastanza a lungo da avere una seconda e terza carriera.

E le nuove generazioni adesso cambiano lavoro ogni pochi anni, invertendo spesso del tutto la carriera.

Il piano di ieri potrebbe non funzionare più oggi.

Il mio insegnante di yoga era 10 anni fa il direttore del casting di una nota casa di produzione cinematografica.

Le opzioni illimitate che incontriamo nella nostra epoca rendono sempre più difficile e a volte inutile la creazione di un piano prestabilito.

Ma attenzione perché è facile rimanere paralizzati quando esistono così tante scelte.

Eh si perchè non riusciamo a decidere tra loro e di conseguenza finiamo per non scegliere. Ma poi la vita continua, nessuna scelta diventa di fatto la scelta, e improvvisamente ci guardiamo indietro e sentiamo che le nostre energie, desideri e i talenti sono stati sprecati.

Abbiamo bisogno di un modo, di una strategia per spostarci nella giusta direzione e seguirla, anche quando non abbiamo un piano.

Ma allora cosa ha aiutato le persone come Mark Zuckerberg, Larry Page e Sergey Brin e cosa può aiutare tutti noi?

Alcuni credono che sia una questione di opportunità. Per altri è persistenza. Per altri ancora è pura fortuna.

Ma c’è una serie di ingredienti che secondo me incoraggiano le opportunità, la persistenza e la fortuna.

Io li ho identificati nei seguenti:

Abbracciare l’incertezza

Sfruttare i tuoi punti di forza

Valorizzare le tue debolezze

Seguire le tue passioni

Soddisfare sempre la tua curiosità

Vivere secondo valori che riconosci

Affermare le tue differenze e la tua unicità

Zuckerberg, Page e Brin adoravano la tecnologia e sono stai geniali. Nessuno di loro ha però operato da solo, ma si sono contaminati e hanno collaborato con altre persone per compensare le loro carenze e il loro piano lo hanno costruito strada facendo, sperimentando e partendo da quello che producevano.

Insomma si sono fatti strada verso il successo essendo disposti a esercitare i propri talenti in modi che non avrebbero mai immaginato all’inizio e senza sapere e preoccuparsi di quello che sarebbe accaduto dopo.

E, nello stile e nella sostanza, hanno offerto approcci unici che hanno differenziato loro stessi e le loro aziende da qualsiasi altra cosa là fuori.

Dunque non è necessario che l’intero tuo percorso sia chiaro e lineare.

Certamente è piuttosto spaventoso quando non puoi pianificare e controllare la tua strada verso la sicurezza, figuriamoci verso il lavoro che desideri.

Dunque invece di immaginare quale sarà il lavoro o la carriera perfetta e fare un piano perché ciò avvenga, inizia a sperimentare laddove già sei.

Qualsiasi cosa tu stia svolgendo, che si tratti di un lavoro, di un hobby o di un passatempo occasionale fai in modo che valorizzi sempre i tuoi punti di forza, tenga conto delle tue debolezze e delle tue zone d’ombra, ti diverta, ti consenta di apprendere cose nuove, sia unico, il tutto miscelato con una buona dose di incertezza su ciò che accadrà dopo.

Io, venticinque anni dopo la mia laurea, sto ancora cambiando la mia attività.

Cosa farò tra 2, 3 o 5 anni? Non lo so ancora.

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DAVIDE DONGHI
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Written by DAVIDE DONGHI

Writer, Author, Psychologist, Career Coach

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