Sei Davvero TU OnLine ?
Tempo fa un’ amica mi confessa:
“E’ complicato ammetterlo, ma a volte quando parlo con altre persone online, ho una personalità sorprendentemente diversa dalla persona che uso essere nella mia vita reale.
Non mi rivolgo agli amici su Facebook, Instagram o LinkedIn come se parlassi con loro in una vera conversazione.
Capisco che utilizzare i social in un certo modo mi permetta di far crescere il personal branding e di evidenziare alcuni aspetti di forza della mia personalità e professione, ma a volte penso di mettere in onda uno show.
Vedo poi che i miei contatti mi ritraggono in un certo modo, diverso da come mi vedo normalmente, e mi chiedo quanto sia reale questa persona virtuale.
So anche che non sarò mai all’altezza di chi sono online, perché chi sono lì è solo una parte del mio quadro completo.
Potrebbe essere una parte decisamente più intelligente e attraente della vita reale.
Ma è anche estenuante e ingombrante cercare di essere quella persona tutto il tempo.”
Questa testimonianza mi ha stimolato a pormi diverse domande in questi ultimi tempi, una tra tutte:
LE NOSTRE PERSONALITÀ ONLINE RAPPRESENTANO DAVVERO CHI SIAMO?
Sebbene siamo molto di più della storia del nostro browser, è certo che le nostre ricerche sul Web, le visite alle pagine di nostro interesse, le e-mail e le continue attività sui social network contengano effetivamente tracce della nostra personalità.
E sono convinto che non abbiamo un sé online e uno offline separati separati tra loro.
La nostra mente e l’insieme delle credenze che abbiamo sul mondo, sugli altri e su noi stessi, sono variegate.
L’identità è plurale e noi tutti abbiamo molti più sé, che non si riassumono semplicemente con uno online e uno offline
Tendiamo ad essere “diversi” in una varietà di contesti: in famiglia, con i figli, a lavoro con i colleghi e i capi, con i conoscenti, con gli amici intimi, quando siamo soli sotto la doccia, etc.
Il modo in cui siamo dipende sempre dal contesto.
Ha senso, quindi, che a volte, come succede alla mia amica, ci si possa accorgere di comportarsi diversamente sui social media e di non riconoscersi.
D’altronde, se ci riflettiamo, anche su diversi siti Web le nostre personalità differiscono.
Ad esempio, potresti essere una “persona diversa” su Facebook rispetto a Linkedin o diversa su Reddit rispetto a Snapchat.
Ciò è del tutto normale.
Il nostro modo di essere è fluido e quando ci troviamo in un diverso ambiente sociale, ciò stimolerà un’altra parte di noi stessi a causa di nuove motivazioni e desideri che vengono sollecitate in quel momento e che permetteranno a loro volta di esprimere un nuovo pezzo, più sfumato e poco conosciuto del nostro essere.
Erving Goffman, considerato il sociologo americano più influente del ventesimo secolo, ha pubblicato un libro intitolato “The Presentation of Self in Everyday Life” nel 1959.
In esso, analizza l’identità con il teatro e parla di come siamo sempre attori su di un palcoscenico.
La sua ricerca illustra come gli esseri umani adattano il modo di apparire in base alle diverse istanze sociali.
Goffman ha giustamente osservato che la società non è omogenea e, pertanto, agiamo necessariamente in modo diverso in contesti tra loro differenti.
Nel 1998, la International Sociological Association ha elencato il libro di Goffman come il decimo libro sociologico più importante del ventesimo secolo.
Anche William James, il padre della psicologia americana, una volta ha sottolineato come tutti noi abbiamo tante personalità quante sono le situazioni in cui ci troviamo.
E sebbene la nostra identità digitale possa essere frammentata, appare chiaro che le nostre varie personalità online sono tutte briciole digitali della stessa persona; sintomi diversi del nostro stesso sé.
Siamo ancora lontani dallo sviluppo di un modo semplice per riconoscere al meglio la nostra anima, ma più possiamo integrare e sintetizzare i nostri dati online separati, più completa e chiara sarà l’immagine di noi stessi.
Internet è solo un altro contesto in cui noi tutti interagiamo e ci esprimiamo.
Non è semplicemente che io o qualcun altro siamo “falsi” in alcuni contesti rispetto ad altri, anche se a volte potrebbe sembrare così.
Ma è che il sé non è un tutto, ma piuttosto tante schegge intrecciate insieme che scegliamo di riconoscere come un tutto.
Il dualismo e pluralismo digitale dunque non è da sottovalutare.
Perché siamo sempre noi.
Il mondo virtuale e i modi in cui ci riveliamo al suo interno si sovrappongono alla nostra identità offline. Non è altro che un riflesso del nostro mondo reale, fisico e immaginativo.
Siamo creature multidimensionali. E non ci esibiamo diversamente su internet perché vogliamo mentire agli altri e a noi stessi, ma perchè da secoli ci siamo sempre comportati diversamente in base allo scenario e al contesto di riferimento.