Tutti Zitti ed Ascoltate
“Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire.”
- Alda Merini
Come ci insegna Freud nel mondo antico le parole erano originariamente incantesimi, e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli studenti, con le parole l’oratore trascina l’uditorio con sé e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente.
Ma parlare sempre, di tutto, di tutti e non fermarsi mai ci fa perdere una quantità esagerata di energia che potrebbe essere investita in qualcos’altro di più costruttivo.
Gli infiniti post sui social, anche quando non si ha nulla di valore da dire, i giudizi sugli altri, le lamentele, le critiche mentre parliamo con gli amici e colleghi, sono tutti modi per riempire un vuoto che sta dentro di noi e che in realtà non va riempito così immediatamente e superficialmente ma accolto e trasformato.
Dobbiamo assolutamente tornare a vivere questo vuoto senza sentire il bisogno impellente di riempirlo con qualsiasi cosa ci giri per la testa, non dobbiamo temerlo ma inchinarci ad esso ed abbracciarlo, curiosi di scoprire a quale nuova via ci può condurre.
Sforziamoci ogni giorno allora di ponderare bene le nostre parole, quelle dette ma anche quelle scritte: dobbiamo considerarle dei doni preziosi da regalare solo in certe occasioni. Prendiamo spunto dagli animali, probabilmente più saggi, che vivono in silenzio e solo in occasioni speciali emettono particolari suoni; ritorniamo a vivere a contatto con gli alberi, con il variare delle stagioni, con le montagne e già questo ci consentirà di ritornare ad essere più silenziosi e cauti nell’uso delle parole.
Quando nelle nostre vite sta accadendo qualcosa di importante e sentiamo la voglia di condividerlo con il mondo intero, proviamo a tenercelo solo per noi, almeno per un po’. Viviamocelo, elaboriamolo con i nostri pensieri e le nostre emozioni. Se lo diciamo ad altri perdiamo quella sacralità di ciò che stiamo per vivere ed invece dobbiamo imparare a diventare noi stessi i custodi dei nostri tesori interni: così facendo non veniamo intaccati dal mondo altrui, conserviamo le nostre energie, pensiamo con la nostra mente.
Ci sarà sempre tempo poi per condividere con gli altri.
Un modo per esercitarsi da subito al silenzio consapevole è quello di scegliere una giornata qualunque e di stare in silenzio il più possibile, provate poi a fine giornata a verificare l’effetto che vi ha fatto questo restrittivo uso delle parole. Lasciate che gli eventi fluiscano senza le vostre parole che spiegano e che anticipano spesso inutilmente.
Partiamo tutti da qui, consapevoli del fatto che le parole meritano rispetto. E se impariamo a scegliere quelle giuste, al momento giusto e nell’ordine corretto, potremmo riuscire a trasformare il nostro mondo e probabilmente anche un po’ quello degli altri.